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FRANCOBOLLI
COMMEMORATIVI
Da quando le civiltà ebbero sviluppato governi centralizzati con regni od imperi di grandi dimensioni fu inevitabile lo sviluppo di un sistema per la trasmissione di ordini e notizie dal centro alla periferia.

Si hanno notizie certe che già al tempo dei romani erano stati creati dei veloci servizi regolari di staffetta per il governo del vasto impero (infatti solo un potere statale centralizzato e ricco poteva sostenerne il peso economico).
Questo servizio cosidetto "cursus publicus" (pubblico nel senso di statale) era diviso in due branche; uno veloce con staffette che era utilizzato per comunicazioni militari o governative cioè "Statali" in senso stretto; (è stato calcolato che le staffette percorressero circa 170 miglia [270 chilometri] in 24 ore).

L'altro "cursus " effettuato con carriaggi era molto più lento, usato per trasportare persone, merci, tributi, bottini di guerra, monete o armi; il comune cittadino poteva servirsene al più per comunicare con i familiari legati al servizio di stato (arruolati come soldati, funzionari o come eventuali parenti al seguito), infatti le sue relazioni civili si svolgeveno tutte nelle immediate vicinanze della residenza.
I ricchi commercianti avevano una rete di corrispondenti sulle stesse strade costruite dall'Impero Romano su cui, a distanza regolata da una giornata di viaggio, si crearono luoghi di sosta e di pernottamento per uomini e cavalcature che non necessitavano della tempestività del "cursus". Questo stato di cose rimase pressochè stazionario per circa un millennio, anzi in regresso, perchè con la caduta di Roma il vasto impero si frazionò, gli assi viari vennero abbandonati e l'orizzonte delle relazioni degli abitanti si restrinse.
La trasmissione delle notizie si frammentò non esistendo un potere centrale unitario e organizzato di vasta estensione, ma fu governativa locale e occasionale svolta da "messaggeri" appositamente inviati.

Si ebbero anche messaggeri di corporazioni commerciali, ordini religiosi, banchieri, università. I servizi erano efficienti ma molto costosi; infatti a volte si mandavano persone attraverso l'Europa per poche lettere.

Per le comunicazioni locali di grande diffusione, i detentori del potere incaricavano Araldi che al suono di trombe richiamavano la popolazione e affiggevano "bandi", o leggevano ad alta voce le "grida" del Signore del luogo, con cui ordinava i suoi voleri ai sudditi perlopiù analfabeti.
Nel 1500 con il Rinascimento e lo sviluppo della cultura e del commercio si verificarono le condizioni per l'estendersi delle notizie. Le esigenze di comunicazione commerciale dei mercanti italiani fecero nascere un servizio postale a livello europeo. Venezia controllava l’Adriatico e l’Egeo, Firenze intratteneva rapporti importanti con il nord Europa, entrambe ebbero la necessità di sviluppare servizi regolari di posta.

Legati, messi e messaggeri attraversarono l'Europa in lungo ed in largo. Successivamente sorsero delle organizzazioni che si occuparono di offrire questi servizi alle corporazioni e agli stati, diminuendone le spese. Sono famosi nel periodo indicato i Tasso: famiglia di origini bergamasche (il paese era Cornello in Val Brembana ) che organizzò i servizi postali così bene che ebbe l'incarico (in esclusiva e in monopolio) di gestire le "poste" (intese come tappe di sosta attrezzate lungo i percorsi utilizzati al trasporto di persone, cose e notizie) della Repubblica Veneta, successivamente anche dello Stato della Chiesa ed infine quelle dei territori degli imperatori germanici a cui aggiunsero anche la Spagna. Per centinaia di anni i Tasso si conquistarono praticamente il monopolio dei servizi "postali" in tutta Europa, (in Germania Francesco Tasso o "Franz von Taxis" è considerato il fondatore del servizio postale tedesco).

Si diramarono in molte branche del servizio postale, ma sempre collegati gli uni agli altri, mutando il nome Tasso, in Tassis o Taxis (o anche Sandri e derivati) ; col tempo divennero una dinastia postale europea e così ricchi da fare prestiti ai regnanti.
In Germania, i Von Taxis divennero principi imparentati con la nobiltà tedesca continuando dopo la parentesi napoleonica ad occuparsi di posta fino all'inizio del ventesimo secolo.

Questi servizi regolari erano utilizzati per trasportare merci e persone con carri e cavalcature; mentre il trasporto delle notizie e dei valori (sotto forma di bandi, lettere, titoli di credito) era effettuato da parte dei "corrieri" a staffetta; il servizio era basato sulla scomposizione del percorso per il cambio dei cavalli (in sostanza crearono una rete privatistica al servizio dello stato e dei civili, simile a quella creata dai romani durante l'impero per il solo stato) che percorrevano gli assi viari postali fra le grandi città disseminate di "poste" (per questo chiamate strade postali).

Per poter esercitare il servizio di "corriere" (da corsa per distiguerli dal messaggero privato che pur facendo lo stesso servizio viaggiava a giornata facendo riposare la cavalcatura) queste organizzazioni dovevano possedere delle licenze (chiamate anche patenti ) concesse dai governanti, i quali esigevano quasi sempre una parte dei guadagni ed il trasporto gratuito delle loro missive.
 
Nel Cinquecento le manifatture artigianali ebbero uno sviluppo notevole trasformandosi da attività locali in vere e proprie fabbriche specializzate che esportavano in tutto il continente con la necessità di comunicare con i corrispondenti. E' evidente che questo estendersi del servizio fu facilitato dalla diffusione della carta meno ingombrante e costosa della pergamena
Le necessità del commercio svilupparono il sistema bancario, quello dei trasporti e delle comunicazioni, col risultato che molte persone ebbero la necessità di saper leggere e scrivere per comunicare a distanza.

Ecco realizzate le condizioni necessarie per lo sviluppo della posta; riassumendo:
la prima condizione è che molti sappiano leggere e scrivere, la seconda, che si abbiano relazioni con persone lontane o viaggianti, terza condizione, la disponibilità di un materiale per scrivere comodo, economico e facilmente trasportabile come la carta.

Abbiamo visto che il nome "posta" è derivato dalle antiche stazioni di sosta e cambio cavalli sulle strade di grande comunicazione. Esse fornivano stalle di ricovero per cavalcature, locande per vitto ed alloggio dei passeggeri e dei postiglioni (nel tempo si sono trasformate in alberghi di lusso col nome di Hotel Posta o simili, perchè il viaggiare era occupazione quasi esclusivamente di persone abbienti).

La "posta" era all'epoca sinonimo di circolazione veloce sia dei passeggeri che delle corrispondenze (lettere e gazzette di notizie), ed era il luogo dove le staffette dei corrieri si scambiavano i carichi di lettere prima di ritornare alle loro basi. Era un continuo spostarsi da una "posta" all'altra per il flusso della corrispondenza che non si fermava mai. L'emblema di queste stazioni (documentato da dipinti dell'epoca) era un cavaliere al galoppo. Questo modo di operare era limitato ai principali centri cittadini dell'Europa continentale raggiunti dalle grandi strade di comunicazione; praticamente solo le grandi città erano ben servite essendo esse stesse tappe e nodi degli assi stradali che come una ragnatela coprivano tutta l'Europa, e su cui viaggiavano le notizie e le merci.
Questi servizi nel tempo vennero definiti "ordinari" perchè erano effettuati ordinariamente cioè regolarmente. Esistevano cadenze giornaliere, settimanali e mensili perciò la frase "a stretto giro di posta" va intesa come cadenza dei viaggi di andata e ritorno dei corrieri e significava nel minor tempo possibile.

Tali servizi ordinari erano organizzati nello spazio come una ragnatela che copriva tutta l'Europa sugli assi di maggiore traffico confluenti nei nodi più importanti, e nel tempo con cadenze prestabilite e coincidenze viarie. In questi nodi di incontro delle grandi vie di comunicazione, da cui transitavano i corrieri internazionali, erano trasportate spesso anche "le gazzette" e gli "avvisi" cioè raccolte di fogli a stampa o vergati manualmente di notizie commerciali e non (gli antenati dei giornali !!), che erano distribuite agli abbonati o agli acquirenti magari interessati a guerre e vicende di natura politica. In tali nodi postali cittadini confluivano anche i procacci delle zone adiacenti con il loro carico di lettere da depositare pagando il trasporto dovuto per la continuazione del viaggio e ritirando le lettere che erano indirizzate nella zona di loro competenza, per le quali erano stati pagati al ritiro delle lettere "franche" da consegnare, oppure pagati a destino se non affrancate (definite "condannate" se la data di consegna era stabilita in anticipo). Nei giorni di arrivo dei vari corrieri, le stazioni postali dovevano preparare i pacchi delle lettere in partenza da consegnare per le varie destinazioni. La corrispondenza in arrivo veniva distribuita ai cittadini che, sapendo di dover ricevere della posta, si radunavano nell'ufficio.

Ad un livello inferiore di servizio erano costretti gli abitanti delle zone non toccate da nessun transito regolare (in un mondo essenzialmente agricolo), i "villani" spesso si arrangiavano approfittando di qualche viandante, di mercanti locali o di marinai che trasportavano le merci lungo le coste; questi per un compenso alla partenza e una più cospicua ricompensa all'arrivo (spesso sotto forma di vitto e alloggio, perchè alcuni campavano di questo) trasportavano lo scritto a destino o nelle città munite di "posta" da cui farle proseguire.

Il dover pagare al sovrano una "patente" e il considerare la corrispondenza come una merce su cui mettere tasse e gabelle lungo il percorso, fece gravare sulle lettere una tassazione pesante; infatti fino a tutto il 1700 il servizio postale rimase molto costoso e, a detta di documenti dell'epoca, a volte veramente poco affidabile.

E' stata la Rivoluzione Francese che abbattendo il vecchio regime spazzò via anche il sistema organizzativo ormai superato delle poste. La riforma, completata da Napoleone sulla base del principio che il servizio era di tutti i cittadini e quindi doveva essere accessibile e poco costoso, gettò le basi del sistema moderno del traffico postale (fra l'altro stabilì l'obbligo della bollatura della corrispondenza con timbri di provenienza).

I servizi furono regolamentati dallo stato che si arrogò anche il diritto di privativa della "posta lettere" cioè l'esclusiva della raccolta e del trasporto delle lettere rendendolo molto più sicuro e regolare.

Tale servizio venne esteso anche ai piccoli centri chiamando i Comuni a partecipare alle spese. Nasce in quel periodo la raccomandazione per il trasporto degli oggetti di valore.
Dopo la caduta di Napoleone il sistema da lui creato rimase (con poche varianti) in tutta l'Europa, ed anche in Italia si trasformarono le poste con criteri moderni.

I Savoia, ritornati a Torino dopo il Congresso di Vienna, restaurarono il vecchio ordinamento del Regno di Sardegna ma diedero alla posta un nuovo impianto normativo (negli altri Antichi Stati esistevano notevoli differenze a questo riguardo) che fu il primo regolamento organico delle "poste Sarde"; venne introdotto nel 1818 con un decreto di Vittorio Emanuele I° ( "......viene regolamentato il trasporto delle persone, delle merci, e delle missive, rispettivamente denominate : posta cavalli e posta lettere...........")

Con la posta cavalli venne creato un regolare servizio pubblico di trasporto persone e merci dato in concessione a terzi, la posta lettere imponeva l'esclusiva dello stato alla raccolta e trasporto delle missive e le sue regole (gli scritti erano fisicamente trasportati dai postiglioni, dai corrieri, dalle staffette, dai pedoni ecc.)

Il "postiglione" (che collegava le poste) annunciava il suo arrivo nell'abitato con il "corno di posta" diventato in tempi moderni l'emblema del servizio postale.

In sostanza era stato adottato il sistema organizzativo simile a quello creato dalla Rivoluzione Francese; venne istituito un ministero che sovraintendeva alle "poste", dettava le regole, ma si serviva di pochi impiegati per il controllo di un servizio delegato ai privati e pagato dagli utenti. Alcuni addetti alle poste non avevano nemmeno uno stipendio ma solo una percentuale sull'incasso dell'ufficio di appartenenza ed altri erano nominati volontari senza stipendio solo dopo un severo esame! (nella speranza di poter entrare in ruolo successivamente).

Il servizio però funzionava, ne abbiamo un esempio dalla lettera sottostante, partita da Milano (Impero Austriaco) il 24 Dicembre 1856 (in pieno inverno, e a Natale !!) e arrivata a Lione (Regno di Francia ) passando dal Regno di Sardegna (dal Piemonte e dalle Alpi !!) attraverso il Valico del Moncenisio con la "corriera" in soli 3 giorni! (la corriera, all'epoca, era una carrozza trainata da tre cavalli, se senza passeggeri, o da cinque cavalli se con passeggeri, come è puntigliosamente specificato nei regolamenti; il termine "corriera" è rimasto nel nostro lessico per indicare un servizio locale di trasporto).

Dobbiamo quindi qualcosa a quel periodo storico e all'organizzazione postale voluta da Napoleone.
Il mondo filatelico ha commemorato quindi con migliaia di francobolli la sua figura e le sue gesta.
A seguire sono allegate le immagini di alcuni francobolli.
Un link da visionare per vedere la maggior parte delle emissioni è:

Una lettera interessante da una cittadina dell'Iowa che ha il nome dell'Imperatore.
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