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PLACES - ITALIA 2
LODI
La battaglia di Lodi o del ponte di Lodi del 10 maggio 1796 fu uno scontro fra l'armata d'Italia di Napoleone Bonaparte e la retroguardia austriaca del generale Karl Philipp Sebottendorf, rimasto a coprire la ritirata del comandante in capo Jean-Pierre de Beaulieu. A questa battaglia, avvenuta nell'ambito della campagna d'Italia e risoltasi con una vittoria francese, sono dedicate molte piazze e vie, in particolare in Francia, come la rue du Pont de Lodi nel VI arrondissement di Parigi.
Dopo aver costretto il Regno di Sardegna alla resa con la vittoria di Mondovì, Napoleone Bonaparte aveva come obiettivo la distruzione dell'armata del Beaulieu, comandante in capo delle forze austriache in Italia. Concesso un breve riposo ai suoi uomini, Napoleone richiamò dal Colle di Tenda i generali Garnier e Macquard e si apprestò ad iniziare le operazioni al più presto, perché le linee di comunicazione francesi non avrebbero potuto essere considerate sicure fino a quando non fosse stata firmata una pace col Piemonte (trattato di Parigi del 15 maggio 1796) e per il fatto che gli austriaci avrebbero sempre potuto lanciare una controffensiva, anche se, all'atto pratico, lo stesso Beaulieu riferì a Vienna di essere in una situazione precaria, preferendo piuttosto ritirarsi oltre il Po, azione che Bonaparte volle compromettere con tutte le forze. Un primo passo in questo senso del generale francese fu quello di inviare il 28 aprile il suo sottoposto Laharpe verso Acqui Terme, sede del comando di Beaulieu, ma un ammutinamento dovuto alla mancanza di cibo ne ritardò l'arrivo al 30 aprile, quando già gran parte degli austriaci si erano messi in salvo.

Fallito l'obiettivo, Napoleone e i suoi 39.600 uomini si concentrarono fra Tortona, Alessandria e Valenza cercando un modo per passare il Po davanti all'armata di Beaulieu e quindi costringerlo ad una battaglia campale. Approfittando del fatto che il generale austriaco stazionava a Valeggio, Napoleone decise di varcare il Po in un punto più distante, presso Piacenza. Napoleone delegò ai generali Sérurier e Masséna il compito di mettere in pratica azioni diversive per distogliere l'attenzione austriaca dal generale Claude Dallemagne, a capo di una truppa scelta forte di 3.600 granatieri e 2.500 cavalleggeri costituita allo scopo di passare il Po a Piacenza; tale unità d'élite sarebbe stata subito seguita dai soldati di Laharpe ed Augereau.

Nelle prime ore di sabato 7 maggio Dallemagne lasciò Stradella arrivando a Piacenza verso le 9; qui si impossessò di un traghetto con cui iniziò immediatamente le operazioni di attraversamento del Po. A metà pomeriggio anche la divisione di Laharpe si trovava sulla sponda opposta, appena in tempo per fronteggiare il generale austriaco Lipthay, giunto con una divisione di fanteria e alcuni squadroni di cavalleria, e già dal 4 maggio attivo nell'occupare i ponti attorno a Pavia ed a monitorare i guadi ad est così come ordinatogli da Beaulieu. Quest'ultimo infatti non era stato tratto in inganno dai finti tentativi di Sérurier di prendere Valenza e, anzi, era accorso subito assieme a 4.500 soldati di Vukassovich in aiuto di Lipthay, che lo stesso 7 maggio respinse i francesi da Guardamiglio.

Mentre Augereau attraversava il Po più a ovest, a Veratto, l'indomani (domenica 8 maggio) i francesi di Dallemagne presero Guardamiglio e Fombio cacciandone gli austriaci di Lipthay che ripiegarono verso nord, in direzione di Pizzighettone, tallonati dagli uomini di Laharpe. Questi ultimi nel loro inseguimento raggiunsero Codogno nei cui pressi, durante la notte, si scontrarono con le colonne di Beaulieu che stavano convergendo nella zona e, nella confusione, Laharpe e 15 granatieri vennero uccisi per errore dai loro stessi compagni che, rimasti senza guida, persero parte del loro fervore. Vennero salvati dal capo di Stato Maggiore di Napoleone Louis Alexandre Berthier ed altri suoi subalterni, che presero in mano la situazione sconfiggendo gli austriaci. Queste schermaglie indussero Beaulieu ad ordinare il 9 maggio una ritirata generale su Lodi, sulle sponde dell'Adda, lasciando libero Bonaparte di completare l'attraversamento del Po (fra Piacenza e San Rocco al Porto) e di riunire l'armata d'Italia.

Quel giorno stesso così Napoleone informò il ministro della guerra Carnot:
«Noi abbiamo finalmente passato il Po. La seconda campagna è incominciata; Beaulieu è sconcertato; egli fa molto male i suoi calcoli, e cade sempre negli agguati che gli si tendono: vorrà forse dare battaglia; poiché quest'uomo possiede l'audacia del furore e non quella del genio: ma egli è indebolito per la mancanza dei 6.000 uomini, che furono jeri disfatti, e costretti a ripassare l'Adda; vincasi anche una volta, e l'Italia è nostra.»
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